Charles Saatchi, lo specullector

Visionario, capriccioso, geniale. Ma anche cinico e spietato. Parliamo di Charles Saatchi, instancabile protagonista dell’arte contemporanea degli ultimi due decenni. Racconta la sua storia, dal 1985 a oggi, in un libro pubblicato da Booth-Clibborn Editions. Una buona occasione per parlare ancora dell’artoholic più famoso dei nostri tempi.

Booth-Clibborn Editions presenta “The History of the Saatchi Gallery” (1.008 pagine, $85.00), il primo libro che celebra la carriera del guru Charles Saatchi, oltre ad essere una fonte di informazioni per collezionisti, ricercatori e appassionati d’arte contemporanea. Le pagine del libro si concentrano sulle mostre ospitate dalla galleria tra il 1985 e il 2010, in una riedizione dell’omonimo libro del 2009 che era stato pubblicato in un formato imponente, ora in una misura più maneggevole e pronta all’uso.

Quale migliore occasione per rispolverare le vicende di un grandissimo collezionista come Saatchi se non l’uscita di un libro a lui dedicato?

“My Name is Charles Saatchi and I am an Artoholic” si intitolava il suo controverso libro del 2009 che somigliava ad un’intervista (che invece lui evita). L’uomo che ha reinventato l’arte. Visionario, deciso, capriccioso, arrogante. L’uomo che ha reinventato il mercato dell’arte tre volte. Il collezionista più influente e più controverso degli ultimi 25 anni.

Fortuna o intuito?

“Mostra e Vendi” è il suo metodo, più o meno discutibile, ma che ha influenzato largamente il mercato dell’arte che noi conosciamo.

Tra il 1985 e il 1992 ha acquisito e esibito i maggiori artisti contemporanei, da Bruce Nauman, Cindy Sherman, Philip Guston e Sigmar Polke. Nessuna scoperta quindi, ma aveva importato in Inghilterra artisti che nessuno era riuscito a raggiungere. Londra diventò cosi un centro mondiale dell’arte contemporanea come Parigi o New York. In seguito, nel 1990 divenne il patrono degli YBA, comprando le loro opere e passando alla storia con la mitica mostra Sensation del 1997, creando un vero e proprio movimento artistico. Le opere degli artisti coinvolti ora si aggirano sui $500.000. YBA ha accelerato il processo dell’arte verso la linea di produzione e l’identità riconoscibile attraverso il marchio, contagiando la cultura non solo inglese. Damien Hirst viene spesso citato come modello da Takashi Murakami, Subodh Gupta, Ai Weiwei, con i loro studi pieni di assistenti.

Oltre ad avere inventato un nuovo tipo di (far) arte, ha inventato anche un nuovo modello nell’economia dell’arte, chiamato “specullector”. Dalla fusione dell’attività del collezionista e del mercante deriva l’operato di Saatchi: nel giro di pochissimi anni metteva insieme una collezione, la valorizzava e poi la rivendeva senza preoccuparsi della sorte di quegli artisti.

Aleggia ancora nell’aria la leggendaria rovina di Sandro Chia, per aver venduto in massa tutte le opere da lui possedute, rovinandogli così il mercato. Ma non è successo solamente al maestro della transavanguardia, stessa sorte è toccata a John Currin e Peter Doig, anche se quest’ultimo ora ha quotazioni milionarie. Oppure quando Saatchi mise sul mercato un gran numero di Damien Hirst, incluso lo squalo, costringendo Hirst e la sua galleria a ricomprarsi le opere, milioni di dollari al di sopra di quanto gliele avevano vendute.

Nonostante ciò, Saatchi non sembra portato per gli anni duemila: dovrebbe apparire in TV, rilasciare interviste e dare una sostanza curatoriale alle sue mostre, dal momento che il collezionista di oggi non compra più l’artista qualsiasi. Le sue mostre infatti, non creano più lo stupore originario. Inoltre, il mercato è diventato molto efficiente e i super-prezzi che andavano bene negli anni ’90 ora non funzionano più, mettendo in crisi il modello di collezionista-mercante da lui inventato.

Saatchi non ha mai giocato secondo le regole, ne ha fatte di proprie, cambiando per sempre il collezionismo. Il libro rappresenta quindi un grandioso tributo a Charles Saatchi, “The Man Who Made Us Look At Contemporary Art”.

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